Il castello
Vicino alla zona delle thermae, si trova la strada che porta su una collina dove sorge il castello di Monreale, recentemente restaurato. È incerto il nome del fondatore. Secondo alcuni studiosi la costruzione del castello potrebbe riferirsi agli Arborea (tra il 1236 e il 1308) o, considerando che dal 1282 al 1310 fu in Sardegna l'architetto Giovanni Capula che a Cagliari erigeva le torri di San Pancrazio, dell'Elefante e dell'Aquila, c’è motivo di credere che anche il castello di Sardara sia opera del medesimo. La denominazione "Monreale" è, secondo alcuni, da attribuire agli Aragonesi, mentre altri sostengono, stando ad un antico documento, che già nel 1309 il castrum del monte di Sardara si fregiasse della qualifica di “reale”
Il castello si vede nominato per la prima volta nel 1309 in un documento nel quale è detto che la fortezza, cessando la concessione alla Repubblica di Pisa, risulta concessa da Giacomo II d'Aragona a Mariano ed Andreotto de Bas di Arborea. Nel 1324 si ha la prima attestazione dell’uso di Monreale quale residenza regale, come ci ricorda il documento relativo al soggiorno di Teresa d'Entença, moglie dell’Infante Alfonso d’A ragona, nel castello dopo la fuga da Villa di Chiesa. Numerosi documenti confermano la funzione residenziale del castello, non solo militare. Nel corso del XIV secolo, nella guerra contro i catalano-aragonesi, i Giudici d’Arborea lo utilizzarono per ammassare scorte alimentari, come prigione, infine quale riparo delle truppe arborensi sconfitte durante la battaglia di Sanluri.
Nel 1412 il castello entra a far parte della Contea di Quirra, nel 1470 viene riconquistato da Leonardo Alagon, erede degli Arborea, vincitore della battaglia di Uras, ma già otto anni dopo torna ai Quirra, nel territorio che proprio da esso prende nome, la Baronia di Monreale. In seguito la struttura perde il suo ruolo strategico e politico e ne consegue un mutamento d’utilizzo e poi la distruzione.
Descrizione
Il mastio di Monreale (contrazione di Mons Regalis) occupa la sommità di un rilievo (275 mt.s.l.m.) di singolare interesse geologico, costituendo una sorta di isoletta fossile, emergente dai sedimenti terziari e quaternari della pianura. Assieme ai castelli di Marmilla e Arcuentu, nel 1309 faceva parte della linea fortificata al confine tra il giudicato di Cagliari e quello di Arborea. La fortificazione del castello ha una circonferenza di m. 650. Il suo lato meridionale verso S.Gavino è di m. 200 con quattro torri e la porta denominata de Santu Baingiu posta tra la seconda e la terza torre. Il lato che dà a ponente è di m.120 con due torri. A levante pare ci fossero le caserme e i magazzini. La larghezza delle mura è di circa m. 2. Le cortine sono in pietre miste di media pezzatura; la struttura, provvista di pozzo e cisterna, era a tre piani con ambienti che si affacciavano nella piazza d’armi. Fuori dalle mura del castello nella collina degradata verso Sardara era insediato un borgo intorno ad una chiesa intitolata a S.Michele Arcangelo, principe delle “Celesti Milizie”, al quale s’ispiravano i soldati di Arborea beneficiando della sua protezione.