Le case, le vie, le piazze
Il centro abitato presenta una pianta a cellule derivata da successive fasi di espansione probabilmente determinate da momentanei stati di benessere collegati al mercato, più o meno favorevole, del grano. Il centro storico propone architetture tipiche del Campidano, abitazioni rurali in pietra e in spezzoni di pietra o innalzate con mattoni crudi o ladiri, blocchetti di argilla mista a paglia e asciugati al sole; le case sono disposte a schiera lungo le vie principali. Più frequenti nella parte alta dell’abitato, via sa costa, le dimore articolate attorno ad ampie corti racchiuse da alte mura, cui si accede mediante maestosi portali, molti dei quali conservano inciso sull’architrave il simbolo d’appartenenza corporativa, come fabbri, sellai, falegnami o vignaioli.
Tra la fine dell’ottocento e i primi del novecento sorsero una serie di edifici la cui visita, da sola, potrebbe costituire un itinerario a se stante: Villa Diana sede del Consiglio comunale con l’adiacente Piazza E. Lussu, arricchita da opere dello scultore Pinuccio Sciola, Casa Orrù, Casa Balilla e le vecchie Scuole Elementari.
Le scuole elementari
Lo stile imperante degli edifici scolastici di inizio Novecento è quello di un sobrio linguaggio aulico che ribadisce l’aspetto ufficiale dell’architettura “ministeriale”, senza indulgere al gusto corrente del Liberty. La scuola diventa così occasione di decoro anche nei centri minori. Così le scuole elementari di Sardara (1915-16, Francesco Sanna Manunta); lo schema è a U: un lungo fronte con avancorpo lievemente sporgente? e due corpi laterali sottolineati da cornici marcapiano e da decorazioni sobrie nelle aperture.
La Casa del Balilla
Accanto alle scuole, nei centri più piccoli spesso sono le sedi istituzionali del regime fascista a godere della massima cura ed importanza, come rivela la casa del Balilla di Sardara, già a partire dall’ubicazione lungo la strada nazionale. L'edificio è stato realizzato su progetto dell'architetto Salvatore Rattu e risale al 1937 secondo i criteri di semplicità, essenzialità, efficacia e funzionalità propri dell'architettura razionalista.
Una torre dai volumi netti e squadrati affianca un corpo laterale su due livelli più lungo rispetto alla facciata principale più alta, dove la torre che fa cerniera ad angolo è interrotta soltanto su un fronte da una finestra che l’attraversa per quasi tutta la lunghezza: anche il porticato con semplici archi e le bucature strombate rivelano la svolta dell’architetto cagliaritano che abbandona i passatismi per linee semplici ed essenziali.